Chi sono?
Uno che ha scelto di stare dalla parte delle persone.
Credo nei giovani, nelle seconde possibilità e nel lavoro fatto con la testa, non con gli automatismi.
Aiuto chi si sente perso o invisibile a ritrovare la propria direzione e posizionarsi nel mercato in modo solido e credibile.
Sono un consulente, un recruiter, e ti dico le cose come stanno.Senza filtri. Senza false promesse.
Sono Anto Bellinvia ed è un piacere conoscerti.
Aiuto chi si sente perso o invisibile a ritrovare la propria direzione e posizionarsi nel mercato in modo solido e credibile.
Sono un consulente, un recruiter, e ti dico le cose come stanno.Senza filtri. Senza false promesse.
Sono Anto Bellinvia ed è un piacere conoscerti.
Chi sono
Non sono nato consulente.
Sono diventato ciò che faccio oggi dopo anni di formazione, lavoro, errori, cambi direzione, ansia, panico, paure e un po’ di sana ostinazione.
Ho scelto di usare le mie competenze per aiutare chi si sente bloccato, sottovalutato o semplicemente fuori posto e se leggi bene tutto, capirai anche il perché.
Questo spazio non serve a venderti un servizio o un prodotto. Serve a raccontarti chi hai davanti, prima di affidarti.
Ti ricordo che anche io sono umano ed ho delle emozioni…
Buon viaggio.
Sono diventato ciò che faccio oggi dopo anni di formazione, lavoro, errori, cambi direzione, ansia, panico, paure e un po’ di sana ostinazione.
Ho scelto di usare le mie competenze per aiutare chi si sente bloccato, sottovalutato o semplicemente fuori posto e se leggi bene tutto, capirai anche il perché.
Questo spazio non serve a venderti un servizio o un prodotto. Serve a raccontarti chi hai davanti, prima di affidarti.
Ti ricordo che anche io sono umano ed ho delle emozioni…
Buon viaggio.
L’inizio – Le radici
Sono figlio di una madre dominicana e di un padre nato in Australia e cresciuto in Sicilia.
Una combinazione insolita, lo so.
Ma è proprio da lì che parte il mio viaggio.
Non scrivo queste righe per venderti qualcosa.
Scrivo per raccontarti chi sono davvero.
Se deciderai di leggermi, bene.
Altrimenti, va bene lo stesso.
Questa è la parte che più mi appartiene.
La mia infanzia è stata semplice, felice e piena di meraviglia:
amici con cui correvo libero, panini con la Nutella che sapevano di casa,
i nonni sempre presenti, il profumo del buon cibo e un amore che riempiva ogni giorno.
Non avevo un’idea precisa di cosa avrei fatto da grande.
Ero semplicemente curioso, creativo, sempre con il sorriso.
Da piccolo, sognavo di diventare pizzaiolo.
Forse per colpa di mio zio, che faceva la pizza più buona di Milazzo. 🍕
Ma poi…
la vita è iniziata davvero.
E io ho iniziato a camminare.
Una combinazione insolita, lo so.
Ma è proprio da lì che parte il mio viaggio.
Non scrivo queste righe per venderti qualcosa.
Scrivo per raccontarti chi sono davvero.
Se deciderai di leggermi, bene.
Altrimenti, va bene lo stesso.
Questa è la parte che più mi appartiene.
La mia infanzia è stata semplice, felice e piena di meraviglia:
amici con cui correvo libero, panini con la Nutella che sapevano di casa,
i nonni sempre presenti, il profumo del buon cibo e un amore che riempiva ogni giorno.
Non avevo un’idea precisa di cosa avrei fatto da grande.
Ero semplicemente curioso, creativo, sempre con il sorriso.
Da piccolo, sognavo di diventare pizzaiolo.
Forse per colpa di mio zio, che faceva la pizza più buona di Milazzo. 🍕
Ma poi…
la vita è iniziata davvero.
E io ho iniziato a camminare.
Le prime scelte, le prime sfide
2013 – Luglio
Diplomato in Architettura e Arredamento d’Interni.
Voto finale: 60/100.
Un voto che non mi rappresentava affatto.
Soprattutto sapendo che, tra esami scritti e crediti, il punteggio reale era 50.
Un esame da contestare, probabilmente.
Ma non l’ho fatto.
Perché mia madre mi ha detto:
“Sono fiera di te.”
E quelle quattro parole hanno cambiato tutto.
La mia reazione, dentro di me, è stata chiara:
“Va bene così. Ora vi faccio vedere io.”
È da quel momento che nasce la mia prima risposta concreta alla delusione:
un curriculum.
Lo preparo con cura maniacale, precisione chirurgica, attenzione ai dettagli.
Avevo poco da scrivere, certo.
Ma il modo in cui lo presentavo, il modo in cui raccontavo me stesso,
parlava per me.
Condivido il CV con alcuni amici e coetanei, per confrontarci.
Morale della storia?
Alla fine, il curriculum l’ho fatto io a tutti loro.
Forse, senza saperlo, lì è nato qualcosa.
Forse lì ho capito che sapersi raccontare è metà del lavoro.
Diplomato in Architettura e Arredamento d’Interni.
Voto finale: 60/100.
Un voto che non mi rappresentava affatto.
Soprattutto sapendo che, tra esami scritti e crediti, il punteggio reale era 50.
Un esame da contestare, probabilmente.
Ma non l’ho fatto.
Perché mia madre mi ha detto:
“Sono fiera di te.”
E quelle quattro parole hanno cambiato tutto.
La mia reazione, dentro di me, è stata chiara:
“Va bene così. Ora vi faccio vedere io.”
È da quel momento che nasce la mia prima risposta concreta alla delusione:
un curriculum.
Lo preparo con cura maniacale, precisione chirurgica, attenzione ai dettagli.
Avevo poco da scrivere, certo.
Ma il modo in cui lo presentavo, il modo in cui raccontavo me stesso,
parlava per me.
Condivido il CV con alcuni amici e coetanei, per confrontarci.
Morale della storia?
Alla fine, il curriculum l’ho fatto io a tutti loro.
Forse, senza saperlo, lì è nato qualcosa.
Forse lì ho capito che sapersi raccontare è metà del lavoro.
La gavetta vera – L’anno della prova
2014 – Operaio? Proviamo.
Quel famoso “fare gavetta”…
Io l’ho preso sul serio.
Non a parole. Con i fatti.
👉 Operaio metalmeccanico nell’azienda Luigi Fontana.
Due mesi intensi, di sudore e turni in fabbrica.
Alla fine del contratto, niente rinnovo:
complice uno sciopero interno, noi interinali siamo stati lasciati a casa.
Ma vuoi sapere una cosa?
Era una grande azienda, con caratura internazionale.
E lì ho imparato per la prima volta cosa significa davvero lavorare in linea di produzione su tre turni. (E anche che lavorare di notte è ben pagato. 😅)
Il mio primo stipendio: 1861,35€.
Mi sentivo Bill Gates.
Non mi fermo. L’estate chiama, e rispondo.
👉 Cameriere di sala in Sicilia, nei mesi di luglio e agosto.
Contatto umano, ritmo serrato, sorrisi sinceri.
Doppio turno spezzato, piedi gonfi, ma il cuore pieno.
La mia prima volta da cameriere…
e come potrei mai dimenticarla?
Che bel lavoro. 🤩
Finita l’estate, una nuova sfida.
👉 Operaio alimentare in Piatti Freschi Italia, gruppo Beretta.
Tre mesi intensi, produzione natalizia, contratto interinale.
Linea di produzione, turni cadenzati, ritmi precisi come un metronomo.
Lì il team era tutto: se non ti coordinavi, eri fuori tempo.
È stata un’esperienza bellissima, anche se…
Sì, ho perso 12 kg.
Lavorare in un contesto alimentare così intenso mi ha insegnato tanto:
a rispettare i ruoli, a muovermi come parte di una macchina più grande,
ma anche a riflettere su cosa mangiamo, e su come viene prodotto ciò che mettiamo nei nostri piatti.
Quel famoso “fare gavetta”…
Io l’ho preso sul serio.
Non a parole. Con i fatti.
👉 Operaio metalmeccanico nell’azienda Luigi Fontana.
Due mesi intensi, di sudore e turni in fabbrica.
Alla fine del contratto, niente rinnovo:
complice uno sciopero interno, noi interinali siamo stati lasciati a casa.
Ma vuoi sapere una cosa?
Era una grande azienda, con caratura internazionale.
E lì ho imparato per la prima volta cosa significa davvero lavorare in linea di produzione su tre turni. (E anche che lavorare di notte è ben pagato. 😅)
Il mio primo stipendio: 1861,35€.
Mi sentivo Bill Gates.
Non mi fermo. L’estate chiama, e rispondo.
👉 Cameriere di sala in Sicilia, nei mesi di luglio e agosto.
Contatto umano, ritmo serrato, sorrisi sinceri.
Doppio turno spezzato, piedi gonfi, ma il cuore pieno.
La mia prima volta da cameriere…
e come potrei mai dimenticarla?
Che bel lavoro. 🤩
Finita l’estate, una nuova sfida.
👉 Operaio alimentare in Piatti Freschi Italia, gruppo Beretta.
Tre mesi intensi, produzione natalizia, contratto interinale.
Linea di produzione, turni cadenzati, ritmi precisi come un metronomo.
Lì il team era tutto: se non ti coordinavi, eri fuori tempo.
È stata un’esperienza bellissima, anche se…
Sì, ho perso 12 kg.
Lavorare in un contesto alimentare così intenso mi ha insegnato tanto:
a rispettare i ruoli, a muovermi come parte di una macchina più grande,
ma anche a riflettere su cosa mangiamo, e su come viene prodotto ciò che mettiamo nei nostri piatti.
Il viaggio in UK – Londra, il primo grande salto
2015 – Il viaggio in UK: Londra
Gennaio.
Uno zaino sulle spalle.
Un biglietto per King’s Cross St. Pancras.
Un obiettivo:
imparare l’inglese, conoscere il mondo, mettermi alla prova.
Mi iscrivo al Kaplan International College a Holborn.
Due mesi intensi di studio, immersione culturale, tentativi di pensare e respirare in un’altra lingua.
Un’esperienza forte, elettrizzante, difficile.
Finita la scuola, prendo casa con un amico.
E inizia la parte più vera:
cercare lavoro.
Cameriere, lavapiatti, ristoranti italiani e non.
Una porta in faccia dopo l’altra.
Poi, finalmente, una porta si apre:
quella del KFC.
Non il lavoro dei sogni, certo.
Ma era un’opportunità vera.
Purtroppo, però, il percorso inglese si interrompe bruscamente.
Un problema di salute mi costringe a tornare in Italia.
Lo ammetto, senza filtri:
mi è sembrata una sconfitta.
Tanti soldi spesi.
Tante aspettative costruite e crollate.
Tante domande che mi giravano nella testa come trottole impazzite.
Non sapevo più cosa volessi fare.
L’unica certezza era che fare il cameriere mi piaceva…
Ma allo stesso tempo, capivo che non volevo fare il cameriere per tutta la vita.
È in quel momento che accade qualcosa.
Inizio a leggere.
Mi avvicino al mondo della comunicazione, della vendita, delle emozioni umane.
Senza pressioni.
Con calma.
Sono giovane, mi dico.
L’obiettivo, adesso, è semplice:
Stare bene.
Capire.
Costruire con pazienza.
Chiudo il 2015 dove tutto era iniziato:
nella linea di produzione di Piatti Freschi Italia (Gruppo Beretta).
Tornare non è mai facile.
Ma questa volta, qualcosa era diverso.
Avevo una responsabilità in più:
ero il referente della linea Tartare di salmone e maionese per il brand Deluxe.
(Foto in arrivo 📸)
Piccoli passi.
Ma ogni passo, adesso, cominciava a pesare nella direzione giusta.
Gennaio.
Uno zaino sulle spalle.
Un biglietto per King’s Cross St. Pancras.
Un obiettivo:
imparare l’inglese, conoscere il mondo, mettermi alla prova.
Mi iscrivo al Kaplan International College a Holborn.
Due mesi intensi di studio, immersione culturale, tentativi di pensare e respirare in un’altra lingua.
Un’esperienza forte, elettrizzante, difficile.
Finita la scuola, prendo casa con un amico.
E inizia la parte più vera:
cercare lavoro.
Cameriere, lavapiatti, ristoranti italiani e non.
Una porta in faccia dopo l’altra.
Poi, finalmente, una porta si apre:
quella del KFC.
Non il lavoro dei sogni, certo.
Ma era un’opportunità vera.
Purtroppo, però, il percorso inglese si interrompe bruscamente.
Un problema di salute mi costringe a tornare in Italia.
Lo ammetto, senza filtri:
mi è sembrata una sconfitta.
Tanti soldi spesi.
Tante aspettative costruite e crollate.
Tante domande che mi giravano nella testa come trottole impazzite.
Non sapevo più cosa volessi fare.
L’unica certezza era che fare il cameriere mi piaceva…
Ma allo stesso tempo, capivo che non volevo fare il cameriere per tutta la vita.
È in quel momento che accade qualcosa.
Inizio a leggere.
Mi avvicino al mondo della comunicazione, della vendita, delle emozioni umane.
Senza pressioni.
Con calma.
Sono giovane, mi dico.
L’obiettivo, adesso, è semplice:
Stare bene.
Capire.
Costruire con pazienza.
Chiudo il 2015 dove tutto era iniziato:
nella linea di produzione di Piatti Freschi Italia (Gruppo Beretta).
Tornare non è mai facile.
Ma questa volta, qualcosa era diverso.
Avevo una responsabilità in più:
ero il referente della linea Tartare di salmone e maionese per il brand Deluxe.
(Foto in arrivo 📸)
Piccoli passi.
Ma ogni passo, adesso, cominciava a pesare nella direzione giusta.
Sofferenza, perdita e crescita
2016 – L’anno che mi ha cambiato dentro
Avevo appena iniziato una relazione importante,
una di quelle che pensi possa durare per sempre.
E in effetti, sarebbe durata oltre sette anni.
Ma in quel momento,
tutta la mia attenzione era altrove.
Era tutta per l’uomo più importante della mia vita: mio nonno.
Stava male.
E io c’ero. Ogni giorno.
Ogni pensiero era per lui.
Ogni gesto, ogni silenzio, ogni abbraccio era dedicato a lui.
Vivevo in apnea emotiva, come su una giostra senza fine,
tra speranza e realtà, tra giorni difficili e momenti rubati al tempo.
Lui non era più lo stesso…
E io cercavo di esserci, reggerlo, accompagnarlo, viverlo fino all’ultimo.
In quei mesi fragili e confusi, ho capito una cosa che non dimenticherò mai:
quanto contano gli amici veri.
E ringrazierò per sempre la mia ex ragazza,
che in quei giorni era sempre accanto a me,
senza mai chiedere nulla in cambio.
Mi hanno sorretto.
Mi hanno tenuto in piedi.
Quando io non ce la facevo.
28 dicembre 2016.
Lui se n’è andato.
E con lui, una parte di me.
Avevo 23 anni.
E all’improvviso… non sapevo più da dove ricominciare.
Il dolore era più grande di me.
Mi sentivo devastato, confuso, spaventato.
Era come se il tempo si fosse fermato,
ma allo stesso tempo, l’anno nuovo stava arrivando,
e io mi sentivo completamente vuoto.
Il 2017 era alle porte.
Avevo buone percezioni…
ma zero forza per reagire.
Una parentesi dolorosa.
Ma anche la base silenziosa su cui, poco dopo,
avrei ricostruito tutto da capo.
Avevo appena iniziato una relazione importante,
una di quelle che pensi possa durare per sempre.
E in effetti, sarebbe durata oltre sette anni.
Ma in quel momento,
tutta la mia attenzione era altrove.
Era tutta per l’uomo più importante della mia vita: mio nonno.
Stava male.
E io c’ero. Ogni giorno.
Ogni pensiero era per lui.
Ogni gesto, ogni silenzio, ogni abbraccio era dedicato a lui.
Vivevo in apnea emotiva, come su una giostra senza fine,
tra speranza e realtà, tra giorni difficili e momenti rubati al tempo.
Lui non era più lo stesso…
E io cercavo di esserci, reggerlo, accompagnarlo, viverlo fino all’ultimo.
In quei mesi fragili e confusi, ho capito una cosa che non dimenticherò mai:
quanto contano gli amici veri.
E ringrazierò per sempre la mia ex ragazza,
che in quei giorni era sempre accanto a me,
senza mai chiedere nulla in cambio.
Mi hanno sorretto.
Mi hanno tenuto in piedi.
Quando io non ce la facevo.
28 dicembre 2016.
Lui se n’è andato.
E con lui, una parte di me.
Avevo 23 anni.
E all’improvviso… non sapevo più da dove ricominciare.
Il dolore era più grande di me.
Mi sentivo devastato, confuso, spaventato.
Era come se il tempo si fosse fermato,
ma allo stesso tempo, l’anno nuovo stava arrivando,
e io mi sentivo completamente vuoto.
Il 2017 era alle porte.
Avevo buone percezioni…
ma zero forza per reagire.
Una parentesi dolorosa.
Ma anche la base silenziosa su cui, poco dopo,
avrei ricostruito tutto da capo.
Il grande sogno USA – Ritrovarsi dall’altra parte del mondo
2017 – Una nuova partenza, tra dolore e desiderio
Il dolore dell’anno precedente non era svanito.
Dentro di me c’erano ancora dubbi, paure, incertezze.
Ma insieme a tutto questo, si era accesa anche una forza nuova,
una fiamma accesa dall’amore dei miei cari,
dalla voglia di ritrovare me stesso.
Ad aprile prendo e parto.
Tre mesi negli Stati Uniti.
Ospite della mia famiglia nel Bronx.
Il mio obiettivo?
Ricominciare da me.
Viaggio, ascolto, assorbo.
Visito 7 Stati, cammino tra le strade di San Francisco,
respiro l’aria della Silicon Valley,
mi perdo nei sogni di Boston, la città che ancora oggi sento mia.
A Boston incontro studenti del MIT, startupper, persone che credono davvero nei loro progetti.
E da loro riscopro una cosa che da tempo avevo messo da parte:
il gusto di sognare in grande.
Agosto e settembre?
Un’altra medicina.
Mi concedo un lusso: vivere il presente.
Senza programmi.
Senza piani.
Solo vita.
Nessun pensiero, se non quello di essere vivo.
E non è poco.
Poi, all’improvviso, arriva una chiamata.
Novembre 2017 – Manpower.
Mi propongono di tornare sui banchi di scuola,
con un corso IFTS all’Artwood Academy,
per specializzarmi come Tecnico del Design.
Accetto.
E da lì, parte qualcosa di completamente nuovo.
La mia routine diventa:
📚 Mattina: scuola
💻 Pomeriggio: corsi online su Digital Marketing, Social Media
🍽️ Sera: cameriere
Una vita piena, stancante, totalizzante.
Ma è lì che è iniziata la mia vera trasformazione.
È lì che, forse per la prima volta,
ho davvero capito dove stavo andando.
Il dolore dell’anno precedente non era svanito.
Dentro di me c’erano ancora dubbi, paure, incertezze.
Ma insieme a tutto questo, si era accesa anche una forza nuova,
una fiamma accesa dall’amore dei miei cari,
dalla voglia di ritrovare me stesso.
Ad aprile prendo e parto.
Tre mesi negli Stati Uniti.
Ospite della mia famiglia nel Bronx.
Il mio obiettivo?
Ricominciare da me.
Viaggio, ascolto, assorbo.
Visito 7 Stati, cammino tra le strade di San Francisco,
respiro l’aria della Silicon Valley,
mi perdo nei sogni di Boston, la città che ancora oggi sento mia.
A Boston incontro studenti del MIT, startupper, persone che credono davvero nei loro progetti.
E da loro riscopro una cosa che da tempo avevo messo da parte:
il gusto di sognare in grande.
Agosto e settembre?
Un’altra medicina.
Mi concedo un lusso: vivere il presente.
Senza programmi.
Senza piani.
Solo vita.
Nessun pensiero, se non quello di essere vivo.
E non è poco.
Poi, all’improvviso, arriva una chiamata.
Novembre 2017 – Manpower.
Mi propongono di tornare sui banchi di scuola,
con un corso IFTS all’Artwood Academy,
per specializzarmi come Tecnico del Design.
Accetto.
E da lì, parte qualcosa di completamente nuovo.
La mia routine diventa:
📚 Mattina: scuola
💻 Pomeriggio: corsi online su Digital Marketing, Social Media
🍽️ Sera: cameriere
Una vita piena, stancante, totalizzante.
Ma è lì che è iniziata la mia vera trasformazione.
È lì che, forse per la prima volta,
ho davvero capito dove stavo andando.
La chiave – Quando capisci che sei fatto per altro
2018 – L’anno in cui qualcosa ha iniziato a fare click
L’anno inizia con una grande speranza:
mi iscrivo al The Start Up Lab di Torino.
Avevo un’idea brillante in testa, volevo mettermi alla prova,
provare ad entrare tra le 5 migliori.
Risultato?
Percorso abbandonato.
Non ce l’ho fatta.
Ma l’idea?
L’idea è ancora lì. In un cassetto.
E ha ancora una speranza.
Maggio – Agosto
Inizio il mio primo stage in Quinso SRL,
un’azienda che si occupa di controllo qualità per prodotti di design made in Italy.
Un ambiente serio, tecnico, molto concreto.
Lavoravo come addetto al controllo qualità per una realtà prestigiosa.
Una bella occasione, ma…
Qualcosa dentro di me mi disturbava.
C’era una voce che mi diceva:
“Non è questa la tua strada.”
Ma non sapevo ancora interpretarla bene.
4 agosto 2018 – Ore 10:30
Non dimenticherò mai quell’ora.
Il mio tutor mi chiama per il bilancio finale dello stage.
🔹 I voti? Ottimi.
🔹 L’atteggiamento? Serio, propositivo, con margini di miglioramento.
🔹 L’esito? Niente assunzione.
E poi, le sue parole:
“Antonio, tu lavoreresti solo per lo stipendio.
Non hai ancora il pelo sullo stomaco per fare questo lavoro,
e si vede che non è il tuo lavoro.”
In quel momento, dentro di me, qualcosa si muove.
Pensai:
“Ma grazie al caos… come faccio a dire a uno che lucida tavoli da 30 anni che deve rifarli da capo per un graffietto? Dai, su. Non esiste!”
Ma lui, con tono diretto ma sincero, aggiunge:
“Tu sei portato per fare altro. Cosa vuoi fare, dimmelo con sincerità.”
E io, senza esitare:
“Marketing. O comunque, il consulente.”
🎯 Quel giorno, Mauro – tutor, ma quasi uno zio –
mi ha fatto un regalo enorme:
Mi ha dato la chiave per iniziare a cercare davvero me stesso.
Ottobre 2018
Ottengo la qualifica ufficiale di Tecnico del Design nel settore dell’arredamento.
(Foto in arrivo 📸)
Un traguardo. Sì.
Ma non il punto d’arrivo.
Novembre 2018
Mi iscrivo al corso biennale di Marketing e Internazionalizzazione d’Impresa nel settore Legno-Arredo.
E inizia una nuova routine:
Mattina: scuola
Pomeriggio: studio da autodidatta, corsi online
Sera: cameriere
Era un anno tosto.
Non trovavo lavoro.
Ma ho trovato qualcosa di molto più importante:
Una direzione.
L’anno inizia con una grande speranza:
mi iscrivo al The Start Up Lab di Torino.
Avevo un’idea brillante in testa, volevo mettermi alla prova,
provare ad entrare tra le 5 migliori.
Risultato?
Percorso abbandonato.
Non ce l’ho fatta.
Ma l’idea?
L’idea è ancora lì. In un cassetto.
E ha ancora una speranza.
Maggio – Agosto
Inizio il mio primo stage in Quinso SRL,
un’azienda che si occupa di controllo qualità per prodotti di design made in Italy.
Un ambiente serio, tecnico, molto concreto.
Lavoravo come addetto al controllo qualità per una realtà prestigiosa.
Una bella occasione, ma…
Qualcosa dentro di me mi disturbava.
C’era una voce che mi diceva:
“Non è questa la tua strada.”
Ma non sapevo ancora interpretarla bene.
4 agosto 2018 – Ore 10:30
Non dimenticherò mai quell’ora.
Il mio tutor mi chiama per il bilancio finale dello stage.
🔹 I voti? Ottimi.
🔹 L’atteggiamento? Serio, propositivo, con margini di miglioramento.
🔹 L’esito? Niente assunzione.
E poi, le sue parole:
“Antonio, tu lavoreresti solo per lo stipendio.
Non hai ancora il pelo sullo stomaco per fare questo lavoro,
e si vede che non è il tuo lavoro.”
In quel momento, dentro di me, qualcosa si muove.
Pensai:
“Ma grazie al caos… come faccio a dire a uno che lucida tavoli da 30 anni che deve rifarli da capo per un graffietto? Dai, su. Non esiste!”
Ma lui, con tono diretto ma sincero, aggiunge:
“Tu sei portato per fare altro. Cosa vuoi fare, dimmelo con sincerità.”
E io, senza esitare:
“Marketing. O comunque, il consulente.”
🎯 Quel giorno, Mauro – tutor, ma quasi uno zio –
mi ha fatto un regalo enorme:
Mi ha dato la chiave per iniziare a cercare davvero me stesso.
Ottobre 2018
Ottengo la qualifica ufficiale di Tecnico del Design nel settore dell’arredamento.
(Foto in arrivo 📸)
Un traguardo. Sì.
Ma non il punto d’arrivo.
Novembre 2018
Mi iscrivo al corso biennale di Marketing e Internazionalizzazione d’Impresa nel settore Legno-Arredo.
E inizia una nuova routine:
Mattina: scuola
Pomeriggio: studio da autodidatta, corsi online
Sera: cameriere
Era un anno tosto.
Non trovavo lavoro.
Ma ho trovato qualcosa di molto più importante:
Una direzione.
Il primo salto di ruolo – Dalla linea alla scrivania
2019 – L’anno della transizione
Questo è stato l’anno in cui ho detto:
“Basta operaio. Ora si cambia.”
Per la prima volta, ho spostato il mio baricentro:
dalla linea di produzione alla scrivania.
Dal lavoro manuale a quello relazionale, commerciale, strategico.
📅 Aprile – Maggio 2019
🔸 1° Tirocinio Formativo – Sales & Comunicazione Digitale
📍 Armonia Arredamenti – Fratelli Basilico
Due mesi intensi, fatti di esperienza, formazione, contatto umano.
Ho avuto la fortuna di lavorare con Giacomo e Maurizio, due persone vere, umili e capaci.
Mi hanno formato, ascoltato, guidato.
Conservo ancora oggi lezioni preziose:
durante eventi, clienti, progetti.
A loro va il mio grazie più sincero.
(Sì, se avete occasione, andateli a trovare. [Qui il link] 😉)
📅 Luglio – Settembre 2019
🔸 Esperienza in Svizzera – Azienda di logistica, Bellinzona 🇨🇭
Appena finiti gli studi, il 19 luglio, accetto una nuova sfida:
lavorare in un’azienda logistica svizzera, su due turni, tutti i giorni.
È un lavoro duro, fisico, pesante.
Ma anche un’occasione per capire cosa significhi davvero
essere un frontaliere.
I sacrifici.
La stanchezza.
La soddisfazione di portare a casa un salario buono,
con la sensazione di guadagnarsi ogni centesimo.
Non sapevo che quel territorio, qualche anno dopo,
sarebbe diventato una parte importante del mio futuro.
👉 Ma sì: il mio ingresso nel mondo professionale svizzero comincia da qui.
E sono grato che sia iniziato così.
📅 Ottobre – Novembre 2019
🔸 2° Tirocinio Formativo – Giellesse Arredamenti
Rientrato in Italia, riprendo gli studi.
A fine novembre, una nuova opportunità:
una storica realtà a conduzione familiare, con oltre 60 anni di storia.
Qui metto in pratica tutto ciò che ho imparato.
E vedo finalmente il mondo del lavoro vero.
Routine da maratoneta:
Mattina e pomeriggio: tirocinio in azienda
Dalle 19:00 in poi: cameriere al Pane e Trita
Il resto? Studio. Osservazione. Voglia di crescere.
Non era facile, no.
Ma era giusto.
Perché quando stai costruendo te stesso, ogni ora conta.
Questo è stato l’anno in cui ho detto:
“Basta operaio. Ora si cambia.”
Per la prima volta, ho spostato il mio baricentro:
dalla linea di produzione alla scrivania.
Dal lavoro manuale a quello relazionale, commerciale, strategico.
📅 Aprile – Maggio 2019
🔸 1° Tirocinio Formativo – Sales & Comunicazione Digitale
📍 Armonia Arredamenti – Fratelli Basilico
Due mesi intensi, fatti di esperienza, formazione, contatto umano.
Ho avuto la fortuna di lavorare con Giacomo e Maurizio, due persone vere, umili e capaci.
Mi hanno formato, ascoltato, guidato.
Conservo ancora oggi lezioni preziose:
durante eventi, clienti, progetti.
A loro va il mio grazie più sincero.
(Sì, se avete occasione, andateli a trovare. [Qui il link] 😉)
📅 Luglio – Settembre 2019
🔸 Esperienza in Svizzera – Azienda di logistica, Bellinzona 🇨🇭
Appena finiti gli studi, il 19 luglio, accetto una nuova sfida:
lavorare in un’azienda logistica svizzera, su due turni, tutti i giorni.
È un lavoro duro, fisico, pesante.
Ma anche un’occasione per capire cosa significhi davvero
essere un frontaliere.
I sacrifici.
La stanchezza.
La soddisfazione di portare a casa un salario buono,
con la sensazione di guadagnarsi ogni centesimo.
Non sapevo che quel territorio, qualche anno dopo,
sarebbe diventato una parte importante del mio futuro.
👉 Ma sì: il mio ingresso nel mondo professionale svizzero comincia da qui.
E sono grato che sia iniziato così.
📅 Ottobre – Novembre 2019
🔸 2° Tirocinio Formativo – Giellesse Arredamenti
Rientrato in Italia, riprendo gli studi.
A fine novembre, una nuova opportunità:
una storica realtà a conduzione familiare, con oltre 60 anni di storia.
Qui metto in pratica tutto ciò che ho imparato.
E vedo finalmente il mondo del lavoro vero.
Routine da maratoneta:
Mattina e pomeriggio: tirocinio in azienda
Dalle 19:00 in poi: cameriere al Pane e Trita
Il resto? Studio. Osservazione. Voglia di crescere.
Non era facile, no.
Ma era giusto.
Perché quando stai costruendo te stesso, ogni ora conta.
La caduta – Il punto più basso. Il seme della rinascita.
2020 – Quando tutto si ferma
🗓️ 8 marzo 2020
Una data che tutti ricordiamo.
Per me, significava una sola cosa:
“Stai a casa. E cerca di sopravvivere.”
📉 In un attimo, tutto si blocca:
Licenziato da Pane e Trita.
Nessuna assunzione da Giellesse (e lì, un apprendistato l’avrei davvero voluto).
Niente contratti. Niente entrate. Nessuna prospettiva.
Risultato: zero.
Un vuoto assoluto.
Senza riferimenti.
Senza bussola.
Chiuso in casa, con più silenzi che parole,
non mi fermo.
Inizio a leggere, studiare, formarmi.
Partecipo al programma MyPath di Manpower,
un corso online che aveva l’obiettivo di accompagnare giovani professionisti nella ricerca di nuove direzioni.
Ed è lì, proprio lì, che succede qualcosa.
Scopro la mia passione per la consulenza nel personal branding e nei CV.
Una passione che sembrava nata anni prima…
quando facevo curriculum per gli amici.
E che ora, improvvisamente, prende forma.
📆 26 giugno 2020
Mi diplomo ufficialmente, con un esame da remoto.
Una piccola soddisfazione, conquistata tra mille fatiche.
Ma subito dopo, la realtà:
Paura. Ansia. Panico.
Avevo un titolo in tasca, sì.
Ma nessuna direzione sotto i piedi.
📅 13 luglio 2020
Una luce.
Uno showroom d’arredamento di Como mi assume come apprendista per marketing e vendita.
Uno stipendio da 1.200 €.
Mi sembravano l’America.
Finalmente, penso.
Finalmente si riparte.
Ma la realtà mi riporta giù.
Ambiente tossico.
Mobbing.
Zero rispetto.
Dopo 16 giorni, mi licenzio.
Sì, io.
Perché posso avere tutto da imparare,
ma una cosa non la metto mai in discussione:
👉 Il rispetto non è negoziabile.
Un episodio che racconto spesso:
Entro. Saluto.
“Buongiorno, signor. Buongiorno, signora.”
Mi guardano. Non rispondono.
Questo per me è schifo. Punto.
Neanche da cameriere mi hanno mai trattato così.
E se devo scegliere:
👉 Cameriere a vita, ma con dignità. Sempre.
📅 18 novembre 2020
Una nuova opportunità sembra arrivare:
una grande agenzia interinale mi propone un lavoro come magazziniere per Amazon.
Felicissimo. Finalmente qualcosa di concreto.
Due colloqui in un giorno.
Mattina e pomeriggio.
Poi?
Silenzio assoluto.
Nessuna risposta.
Nessuna mail.
Nessuna chiamata.
Spariti.
Non sapevo se essere più deluso o disperato.
La verità?
Ero entrambe le cose.
Ero de-sperato.
A sostenermi c’erano solo due persone:
Mia madre.
La mia ex ragazza.
Mi hanno aiutato economicamente.
Io non avevo una lira.
Ma avevo loro.
E grazie a loro non mi sono spento.
📅 8 dicembre 2020
Lei viene assunta da Point Service.
L’accompagno al lavoro.
Compra il bollino del nuovo anno, quello per il parabrezza.
Lo attacca nella mia macchina.
Mi guarda.
E mi dice:
“Questo ti porterà fortuna.
È l’inizio di qualcosa di nuovo.
Te lo auguro, Antonio.”
Incredibile.
Non sapevamo ancora quanto avesse ragione.
🗓️ 8 marzo 2020
Una data che tutti ricordiamo.
Per me, significava una sola cosa:
“Stai a casa. E cerca di sopravvivere.”
📉 In un attimo, tutto si blocca:
Licenziato da Pane e Trita.
Nessuna assunzione da Giellesse (e lì, un apprendistato l’avrei davvero voluto).
Niente contratti. Niente entrate. Nessuna prospettiva.
Risultato: zero.
Un vuoto assoluto.
Senza riferimenti.
Senza bussola.
Chiuso in casa, con più silenzi che parole,
non mi fermo.
Inizio a leggere, studiare, formarmi.
Partecipo al programma MyPath di Manpower,
un corso online che aveva l’obiettivo di accompagnare giovani professionisti nella ricerca di nuove direzioni.
Ed è lì, proprio lì, che succede qualcosa.
Scopro la mia passione per la consulenza nel personal branding e nei CV.
Una passione che sembrava nata anni prima…
quando facevo curriculum per gli amici.
E che ora, improvvisamente, prende forma.
📆 26 giugno 2020
Mi diplomo ufficialmente, con un esame da remoto.
Una piccola soddisfazione, conquistata tra mille fatiche.
Ma subito dopo, la realtà:
Paura. Ansia. Panico.
Avevo un titolo in tasca, sì.
Ma nessuna direzione sotto i piedi.
📅 13 luglio 2020
Una luce.
Uno showroom d’arredamento di Como mi assume come apprendista per marketing e vendita.
Uno stipendio da 1.200 €.
Mi sembravano l’America.
Finalmente, penso.
Finalmente si riparte.
Ma la realtà mi riporta giù.
Ambiente tossico.
Mobbing.
Zero rispetto.
Dopo 16 giorni, mi licenzio.
Sì, io.
Perché posso avere tutto da imparare,
ma una cosa non la metto mai in discussione:
👉 Il rispetto non è negoziabile.
Un episodio che racconto spesso:
Entro. Saluto.
“Buongiorno, signor. Buongiorno, signora.”
Mi guardano. Non rispondono.
Questo per me è schifo. Punto.
Neanche da cameriere mi hanno mai trattato così.
E se devo scegliere:
👉 Cameriere a vita, ma con dignità. Sempre.
📅 18 novembre 2020
Una nuova opportunità sembra arrivare:
una grande agenzia interinale mi propone un lavoro come magazziniere per Amazon.
Felicissimo. Finalmente qualcosa di concreto.
Due colloqui in un giorno.
Mattina e pomeriggio.
Poi?
Silenzio assoluto.
Nessuna risposta.
Nessuna mail.
Nessuna chiamata.
Spariti.
Non sapevo se essere più deluso o disperato.
La verità?
Ero entrambe le cose.
Ero de-sperato.
A sostenermi c’erano solo due persone:
Mia madre.
La mia ex ragazza.
Mi hanno aiutato economicamente.
Io non avevo una lira.
Ma avevo loro.
E grazie a loro non mi sono spento.
📅 8 dicembre 2020
Lei viene assunta da Point Service.
L’accompagno al lavoro.
Compra il bollino del nuovo anno, quello per il parabrezza.
Lo attacca nella mia macchina.
Mi guarda.
E mi dice:
“Questo ti porterà fortuna.
È l’inizio di qualcosa di nuovo.
Te lo auguro, Antonio.”
Incredibile.
Non sapevamo ancora quanto avesse ragione.
Il primo vero lavoro – Dove tutto inizia a prendere forma
2021 – Point Service | Svizzera
📞 3 gennaio 2021.
Una telefonata.
Una voce familiare.
“Ciao Antonio, sono Carla Caldara di Point Service… ti ricordi?”
“Ho un’opportunità concreta per te: 1 mese di lavoro come Data Entry.
Ti interessa? Vieni per un colloquio?”
La mia risposta?
“Il tempo della doccia… e arrivo.”
I successivi 10 minuti sono un delirio:
tachicardia, panico, sogni che si accendono tutti insieme.
Un mese di lavoro.
Uno stipendio.
La Svizzera.
Un primo, minuscolo, ma potentissimo spiraglio.
Vado. Faccio il colloquio.
Firmo il contratto.
👉 Un mese da interinale.
Il primo passo. Il primo scalino.
Alla fine del mese, arriva qualcosa di inaspettato:
📩 Una proposta: uno stage formativo in ambito HR.
Non ci credevo.
Stavo vivendo un sogno.
📅 9 aprile 2021
Entro ufficialmente in un nuovo ruolo:
🎯 Recruiter – Consulente del personale
È lì che tutto inizia davvero.
Mi ritrovo, finalmente, in un contesto che mi rispecchia.
Un ambiente di colleghi splendidi, energia positiva, progetti stimolanti.
E io ci metto tutto.
Il 200%.
Inizio a:
Partecipare a eventi
Incontrare aziende
Conoscere professionisti
Costruire una rete di contatti selezionati
Gestire i miei primi clienti e candidati
Osservare da vicino le vere dinamiche del mondo interinale
E soprattutto…
inizio a vedere tutto da dentro.
Comincio a capire perché certi consulenti si comportano come si comportano.
Perché certe dinamiche sono tossiche.
Perché tanti candidati validi finiscono per sentirsi invisibili.
Ora sono dall’altra parte del tavolo.
E con i miei occhi, vedo tutto da una prospettiva nuova.
📊 Fine 2021 – I numeri parlano:
Oltre 100 colloqui gestiti
Circa 400 CV revisionati
Ma non è solo questione di numeri.
È che, con ogni incontro, con ogni curriculum,
inizio a leggere le persone.
Studio i comportamenti.
Analizzo il linguaggio.
Guardo i gesti.
Intercetto le emozioni.
Osservo. Studio. Cresco.
E capisco, ogni giorno di più, che:
👉 Questo lavoro mi piace. Davvero.
L’ambiente è stimolante.
I colleghi… una meraviglia.
AMAZING.
📞 3 gennaio 2021.
Una telefonata.
Una voce familiare.
“Ciao Antonio, sono Carla Caldara di Point Service… ti ricordi?”
“Ho un’opportunità concreta per te: 1 mese di lavoro come Data Entry.
Ti interessa? Vieni per un colloquio?”
La mia risposta?
“Il tempo della doccia… e arrivo.”
I successivi 10 minuti sono un delirio:
tachicardia, panico, sogni che si accendono tutti insieme.
Un mese di lavoro.
Uno stipendio.
La Svizzera.
Un primo, minuscolo, ma potentissimo spiraglio.
Vado. Faccio il colloquio.
Firmo il contratto.
👉 Un mese da interinale.
Il primo passo. Il primo scalino.
Alla fine del mese, arriva qualcosa di inaspettato:
📩 Una proposta: uno stage formativo in ambito HR.
Non ci credevo.
Stavo vivendo un sogno.
📅 9 aprile 2021
Entro ufficialmente in un nuovo ruolo:
🎯 Recruiter – Consulente del personale
È lì che tutto inizia davvero.
Mi ritrovo, finalmente, in un contesto che mi rispecchia.
Un ambiente di colleghi splendidi, energia positiva, progetti stimolanti.
E io ci metto tutto.
Il 200%.
Inizio a:
Partecipare a eventi
Incontrare aziende
Conoscere professionisti
Costruire una rete di contatti selezionati
Gestire i miei primi clienti e candidati
Osservare da vicino le vere dinamiche del mondo interinale
E soprattutto…
inizio a vedere tutto da dentro.
Comincio a capire perché certi consulenti si comportano come si comportano.
Perché certe dinamiche sono tossiche.
Perché tanti candidati validi finiscono per sentirsi invisibili.
Ora sono dall’altra parte del tavolo.
E con i miei occhi, vedo tutto da una prospettiva nuova.
📊 Fine 2021 – I numeri parlano:
Oltre 100 colloqui gestiti
Circa 400 CV revisionati
Ma non è solo questione di numeri.
È che, con ogni incontro, con ogni curriculum,
inizio a leggere le persone.
Studio i comportamenti.
Analizzo il linguaggio.
Guardo i gesti.
Intercetto le emozioni.
Osservo. Studio. Cresco.
E capisco, ogni giorno di più, che:
👉 Questo lavoro mi piace. Davvero.
L’ambiente è stimolante.
I colleghi… una meraviglia.
AMAZING.
Guardare oltre le parole – Il potere dell’osservazione
2022 – Oltre il curriculum, oltre il ruolo
Lavoravo come recruiter, sì.
Ma dentro di me, qualcosa stava cambiando.
Non mi bastava più vedere i profili, leggere le esperienze, mandare candidature.
Sentivo che dovevo andare più a fondo.
Comincio a guardare oltre le parole.
Durante i colloqui, inizio a osservare davvero le persone:
come si vestono, come entrano nella stanza,
come si siedono, come parlano, come reagiscono,
quanta voglia hanno davvero di quell’opportunità.
Inizio a collegare gesti, parole, postura, atteggiamenti, mindset.
Mi rendo conto che dietro ogni “vorrei lavorare in azienda X”
c’è un mondo interiore che ha bisogno di essere decifrato.
E che spesso, la distanza tra desiderio e risultato
è una questione di consapevolezza, comunicazione, verità.
Da lì parte un altro pezzo del mio viaggio:
📚 Inizio a leggere libri su comunicazione, PNL, intelligenza emotiva.
Studio marketing e strategie di posizionamento personale, da autodidatta.
Capisco che ogni candidato non è solo un “lavoratore”.
È una persona che si porta dietro un’intera storia.
E se vuoi davvero aiutarlo, devi leggere quella storia.
Devi saperla raccontare.
Potenzio il mio profilo LinkedIn.
Inizio a creare una rete solida, consapevole, selezionata.
🎓 Completo anche la mia prima formazione ufficiale in ambito HR: Amministrazione del Personale – Base.
Un altro passo concreto, un altro tassello che si aggiunge.
Una frase mi si stampa in testa, giorno dopo giorno:
👉 L’osservazione è il superpotere di chi lavora con le persone.
E io, quel superpotere, non lo voglio sprecare.
Lavoravo come recruiter, sì.
Ma dentro di me, qualcosa stava cambiando.
Non mi bastava più vedere i profili, leggere le esperienze, mandare candidature.
Sentivo che dovevo andare più a fondo.
Comincio a guardare oltre le parole.
Durante i colloqui, inizio a osservare davvero le persone:
come si vestono, come entrano nella stanza,
come si siedono, come parlano, come reagiscono,
quanta voglia hanno davvero di quell’opportunità.
Inizio a collegare gesti, parole, postura, atteggiamenti, mindset.
Mi rendo conto che dietro ogni “vorrei lavorare in azienda X”
c’è un mondo interiore che ha bisogno di essere decifrato.
E che spesso, la distanza tra desiderio e risultato
è una questione di consapevolezza, comunicazione, verità.
Da lì parte un altro pezzo del mio viaggio:
📚 Inizio a leggere libri su comunicazione, PNL, intelligenza emotiva.
Studio marketing e strategie di posizionamento personale, da autodidatta.
Capisco che ogni candidato non è solo un “lavoratore”.
È una persona che si porta dietro un’intera storia.
E se vuoi davvero aiutarlo, devi leggere quella storia.
Devi saperla raccontare.
Potenzio il mio profilo LinkedIn.
Inizio a creare una rete solida, consapevole, selezionata.
🎓 Completo anche la mia prima formazione ufficiale in ambito HR: Amministrazione del Personale – Base.
Un altro passo concreto, un altro tassello che si aggiunge.
Una frase mi si stampa in testa, giorno dopo giorno:
👉 L’osservazione è il superpotere di chi lavora con le persone.
E io, quel superpotere, non lo voglio sprecare.
Il torto – Quando tutto si rompe, ma serve per vedere chiaro
📅 Novembre 2023
Succede qualcosa che non ti aspetti.
Un torto.
Grave. Inaccettabile.
Uno di quelli che non ti fanno solo arrabbiare…
ti aprono gli occhi.
Non potevo reagire.
Non potevo licenziarmi.
Non potevo nemmeno parlare.
Dovevo solo… mangiare il rospo.
E l’ho fatto.
Ma dentro di me si agitava un pensiero lucido:
“Va bene. Vendetta? No. Ma tempo al tempo.”
Non sono vendicativo.
Ma non si gioca con le persone.
Soprattutto quando predichi valori che non possiedi.
Quella maschera caduta mi ha insegnato più di mille corsi.
Affronto un periodo difficile.
Stress. Ansia. Delusione.
Quel senso di impotenza che ti fa sentire stretto anche in spazi grandi.
Mi sentivo… spento.
Ma non finito.
Mi ripetevo:
“Va bene così. Tempo al tempo.”
E intanto, qualcosa stava già cambiando.
Silenziosamente, ma con forza.
Succede qualcosa che non ti aspetti.
Un torto.
Grave. Inaccettabile.
Uno di quelli che non ti fanno solo arrabbiare…
ti aprono gli occhi.
Non potevo reagire.
Non potevo licenziarmi.
Non potevo nemmeno parlare.
Dovevo solo… mangiare il rospo.
E l’ho fatto.
Ma dentro di me si agitava un pensiero lucido:
“Va bene. Vendetta? No. Ma tempo al tempo.”
Non sono vendicativo.
Ma non si gioca con le persone.
Soprattutto quando predichi valori che non possiedi.
Quella maschera caduta mi ha insegnato più di mille corsi.
Affronto un periodo difficile.
Stress. Ansia. Delusione.
Quel senso di impotenza che ti fa sentire stretto anche in spazi grandi.
Mi sentivo… spento.
Ma non finito.
Mi ripetevo:
“Va bene così. Tempo al tempo.”
E intanto, qualcosa stava già cambiando.
Silenziosamente, ma con forza.
Qualcosa si era rotto – Ma serviva per far spazio a ciò che conta davvero
Fine 2023 – La crepa diventa breccia
Il lavoro mi piaceva.
La consulenza, il contatto umano, i collaboratori:
tutto mi dava energia.
Ma dentro, qualcosa si era rotto.
Quel torto subito non era solo un episodio.
Era il sintomo di un sistema malato.
Comincio a vedere il mondo del lavoro con nuovi occhi.
Inizio a percepire che il mercato in Canton Ticino
era diventato una guerra di centesimi.
Più di 50 agenzie in competizione feroce.
Candidati “rubati” da una parte all’altra.
Opportunità assegnate non in base al valore,
ma al prezzo più basso.
E io?
Io davo tutto.
Ma restavo un dipendente.
Senza strategia dall’alto.
Con le mani legate.
E un’energia che, per quanto grande… serviva a poco.
Così ho deciso di fare l’unica cosa sensata:
perfezionare la mia consulenza.
Ho iniziato ad aiutare i collaboratori in modo diverso:
non solo cercando loro un lavoro,
ma rendendoli più consapevoli.
Più forti. Più preparati.
🎯 Il lavoro c’è.
Ma serve sapersi presentare, comunicare, attrarre.
Non porto CV.
👉 Porto persone.
E lo faccio con cura, verità, rispetto.
Per me, ogni candidato non è “uno dei tanti”.
È il migliore da presentare all’azienda giusta.
🎯 Eppure, anche quell’anno ho dato tutto:
Ore e ore di colloqui
Supporto professionale
CV rivisti
Lettere motivazionali
Preparazione ai colloqui
Ottimizzazione dei profili LinkedIn
E soprattutto, uno stile sincero, diretto, umano.
I candidati lo sentivano.
Le aziende lo notavano.
👉 Mi riconoscevano per questo:
portavo le persone giuste per i ruoli giusti.
Non salumieri a fare gli idraulici.
📉 Eppure, a fine anno, il bilancio era amaro:
Tante promesse.
Pochi fatti.
Una ferita ancora aperta.
E con me, purtroppo,
così non funziona.
Ma oggi lo so:
per fare spazio a qualcosa di mio,
qualcosa doveva rompersi.
Molto bene, mi sono detto.
Il lavoro mi piaceva.
La consulenza, il contatto umano, i collaboratori:
tutto mi dava energia.
Ma dentro, qualcosa si era rotto.
Quel torto subito non era solo un episodio.
Era il sintomo di un sistema malato.
Comincio a vedere il mondo del lavoro con nuovi occhi.
Inizio a percepire che il mercato in Canton Ticino
era diventato una guerra di centesimi.
Più di 50 agenzie in competizione feroce.
Candidati “rubati” da una parte all’altra.
Opportunità assegnate non in base al valore,
ma al prezzo più basso.
E io?
Io davo tutto.
Ma restavo un dipendente.
Senza strategia dall’alto.
Con le mani legate.
E un’energia che, per quanto grande… serviva a poco.
Così ho deciso di fare l’unica cosa sensata:
perfezionare la mia consulenza.
Ho iniziato ad aiutare i collaboratori in modo diverso:
non solo cercando loro un lavoro,
ma rendendoli più consapevoli.
Più forti. Più preparati.
🎯 Il lavoro c’è.
Ma serve sapersi presentare, comunicare, attrarre.
Non porto CV.
👉 Porto persone.
E lo faccio con cura, verità, rispetto.
Per me, ogni candidato non è “uno dei tanti”.
È il migliore da presentare all’azienda giusta.
🎯 Eppure, anche quell’anno ho dato tutto:
Ore e ore di colloqui
Supporto professionale
CV rivisti
Lettere motivazionali
Preparazione ai colloqui
Ottimizzazione dei profili LinkedIn
E soprattutto, uno stile sincero, diretto, umano.
I candidati lo sentivano.
Le aziende lo notavano.
👉 Mi riconoscevano per questo:
portavo le persone giuste per i ruoli giusti.
Non salumieri a fare gli idraulici.
📉 Eppure, a fine anno, il bilancio era amaro:
Tante promesse.
Pochi fatti.
Una ferita ancora aperta.
E con me, purtroppo,
così non funziona.
Ma oggi lo so:
per fare spazio a qualcosa di mio,
qualcosa doveva rompersi.
Molto bene, mi sono detto.
Il grande salto – Lasciare per costruire
2024 – Quando capisci che è ora
All’inizio dell’anno, tutto sembrava funzionare.
O almeno… facevo funzionare tutto.
Come sempre.
Ma dentro di me cresceva qualcosa.
Un’urgenza, un’inquietudine costruttiva.
Sempre più persone mi scrivevano su LinkedIn.
Sempre più richieste di supporto, consulenze, consigli.
E io sentivo che era arrivato il momento.
Il momento di dedicarmi davvero alle persone.
Al loro valore.
Alla loro storia.
Alla loro identità.
Perché?
Perché il sistema in cui lavoravo non proteggeva il valore umano.
Le aziende si affidavano alle agenzie.
Ma se un candidato non “funzionava” subito?
Fuori.
Due giorni.
Una settimana.
Un mese, se andava bene.
E poi via un altro.
E un altro ancora.
E io, sinceramente,
di questo sistema USA & GETTA… mi ero rotto il cactus. 🌵
Perché nessuno coltiva davvero il potenziale.
Perché siamo esseri umani, non merci.
Le vere opportunità vengono date a pochi.
Tutti gli altri si arrangiano.
O spariscono.
📅 Luglio 2024, zero stimoli…
Il mio desiderio era quello di continuare nelle risorse umane
Crescendo nella mansione ed evolvere
Ma per farlo…
Dovevo cambiare e depurarmi, quindi…
Interrompo il mio rapporto con l’azienda.
Sono grato e Lo sarò sempre.
E va bene così.
Ho fatto un salto nel vuoto.
Con due sole certezze in tasca:
👉 Etica.
👉 Voglia di lavorare.
All’inizio dell’anno, tutto sembrava funzionare.
O almeno… facevo funzionare tutto.
Come sempre.
Ma dentro di me cresceva qualcosa.
Un’urgenza, un’inquietudine costruttiva.
Sempre più persone mi scrivevano su LinkedIn.
Sempre più richieste di supporto, consulenze, consigli.
E io sentivo che era arrivato il momento.
Il momento di dedicarmi davvero alle persone.
Al loro valore.
Alla loro storia.
Alla loro identità.
Perché?
Perché il sistema in cui lavoravo non proteggeva il valore umano.
Le aziende si affidavano alle agenzie.
Ma se un candidato non “funzionava” subito?
Fuori.
Due giorni.
Una settimana.
Un mese, se andava bene.
E poi via un altro.
E un altro ancora.
E io, sinceramente,
di questo sistema USA & GETTA… mi ero rotto il cactus. 🌵
Perché nessuno coltiva davvero il potenziale.
Perché siamo esseri umani, non merci.
Le vere opportunità vengono date a pochi.
Tutti gli altri si arrangiano.
O spariscono.
📅 Luglio 2024, zero stimoli…
Il mio desiderio era quello di continuare nelle risorse umane
Crescendo nella mansione ed evolvere
Ma per farlo…
Dovevo cambiare e depurarmi, quindi…
Interrompo il mio rapporto con l’azienda.
Sono grato e Lo sarò sempre.
E va bene così.
Ho fatto un salto nel vuoto.
Con due sole certezze in tasca:
👉 Etica.
👉 Voglia di lavorare.
La nuova identità – Docente, consulente, professionista indipendente
📅 Ottobre 2024 – Il “Prof”? Ma de che?
Torno dove tutto era iniziato: Artwood Academy.
La scuola in cui mi ero formato anni prima.
Cerco Simona.
Oltre ad essere la Direttrice, è sempre stata la voce guida,
quella che sa ascoltarti anche quando non riesci a parlare.
Le chiedo:
“Posso fare qualcosa per i ragazzi?”
Non una lezione teorica.
Non nozioni da manuale.
Voglio portare la vita vera.
Il lavoro vero.
Il curriculum vero.
Il colloquio vero.
La realtà vera.
Lei mi guarda e mi risponde:
“Ti va di essere docente di Soft Skills e Orientamento?”
CHE SPETTACOLO.
🎓 Inizia una collaborazione splendida:
4 classi
Oltre 80 ragazzi
Più di 60 ore di formazione
Ogni ora piena di domande, esercizi, racconti, ascolto.
Non un corso. Un viaggio.
Un modo per aiutare gli studenti a guardarsi dentro, e prepararsi fuori.
E la cosa più bella?
👉 La conferma già fissata per il secondo anno: ottobre 2025 – gennaio 2026.
Torno dove tutto era iniziato: Artwood Academy.
La scuola in cui mi ero formato anni prima.
Cerco Simona.
Oltre ad essere la Direttrice, è sempre stata la voce guida,
quella che sa ascoltarti anche quando non riesci a parlare.
Le chiedo:
“Posso fare qualcosa per i ragazzi?”
Non una lezione teorica.
Non nozioni da manuale.
Voglio portare la vita vera.
Il lavoro vero.
Il curriculum vero.
Il colloquio vero.
La realtà vera.
Lei mi guarda e mi risponde:
“Ti va di essere docente di Soft Skills e Orientamento?”
CHE SPETTACOLO.
🎓 Inizia una collaborazione splendida:
4 classi
Oltre 80 ragazzi
Più di 60 ore di formazione
Ogni ora piena di domande, esercizi, racconti, ascolto.
Non un corso. Un viaggio.
Un modo per aiutare gli studenti a guardarsi dentro, e prepararsi fuori.
E la cosa più bella?
👉 La conferma già fissata per il secondo anno: ottobre 2025 – gennaio 2026.
La nascita di antobellinvia.com – Finalmente mio. Finalmente umano.
📍Aprile 2025
Dopo anni passati ad aiutare gli altri a posizionarsi,
a raccontarsi meglio,
a trovare la propria direzione…
Era arrivato il momento di farlo anch’io. Per me.
Così nasce antobellinvia.com
Non un sito.
Non un progetto web.
Non un portfolio.
Ma una casa.
Una casa digitale dove il mio lavoro prende finalmente una forma.
Dove la mia visione diventa metodo.
Dove la mia storia diventa servizio.
Un’identità nuova.
Un nome vero.
Una missione chiara:
👉 Accompagnarti per mano nel mondo del lavoro.
Non come fanno in tanti, con checklist e frasi fatte.
Ma con ascolto vero, strategia concreta, umanità radicale.
Perché la ricerca di un impiego non deve più essere un incubo,
non deve più farti sentire sbagliato, inadeguato, solo.
Deve diventare un percorso di consapevolezza,
di posizionamento, di costruzione di valore.
Viviamo in un mercato che cambia ogni giorno.
Le regole non sono mai le stesse.
Le opportunità si muovono.
La pressione aumenta.
Ma tu non sei solo.
Con antobellinvia.com voglio dirti questo:
Puoi farcela.
Ma non devi farlo da solo.
Lo faremo insieme.
Con metodo.
Con umanità.
E questo, è solo l’inizio.
Dopo anni passati ad aiutare gli altri a posizionarsi,
a raccontarsi meglio,
a trovare la propria direzione…
Era arrivato il momento di farlo anch’io. Per me.
Così nasce antobellinvia.com
Non un sito.
Non un progetto web.
Non un portfolio.
Ma una casa.
Una casa digitale dove il mio lavoro prende finalmente una forma.
Dove la mia visione diventa metodo.
Dove la mia storia diventa servizio.
Un’identità nuova.
Un nome vero.
Una missione chiara:
👉 Accompagnarti per mano nel mondo del lavoro.
Non come fanno in tanti, con checklist e frasi fatte.
Ma con ascolto vero, strategia concreta, umanità radicale.
Perché la ricerca di un impiego non deve più essere un incubo,
non deve più farti sentire sbagliato, inadeguato, solo.
Deve diventare un percorso di consapevolezza,
di posizionamento, di costruzione di valore.
Viviamo in un mercato che cambia ogni giorno.
Le regole non sono mai le stesse.
Le opportunità si muovono.
La pressione aumenta.
Ma tu non sei solo.
Con antobellinvia.com voglio dirti questo:
Puoi farcela.
Ma non devi farlo da solo.
Lo faremo insieme.
Con metodo.
Con umanità.
E questo, è solo l’inizio.